Awaken the Memory

  • Data: Settembre 2016.
  • Tipologia: Concorso per Associazione Officina Marinoni, Ctrl+Space.
  • Dimensione: 14.000m².
  • Localizzazione: Venezia, Italy.

La bellissima e unica città di Venezia, che galleggia nel mezzo della Laguna veneta, è protetta dal mare Adriatico da un sottile lembo di terra, il Lido, che si affaccia sul mare a sud-ovest. Qui, appena a sud dell’aeroporto, si trova l’Ospedale al Mare, un complesso ospedaliero costruito durante il regime fascista. Inaugurato ufficialmente nel 1933, la nascita di questo sito è da datarsi circa sessant’anni prima. Nel 1870, è stato infatti realizzato l’Ospizio Marino, una struttura in legno pensata per curare, attraverso la fototerapia, i bambini malati di tubercolosi. Nel tempo il luogo è divenuto un’oasi di salute: nel 1955, si registrarono 10000 ricoveri, 1400 posti letto e 450000 visitatori,e agli albori del 1969 il complesso contava 1500 dipendenti. Nei primi anni ’80, la situazione cominciò a peggiorare. I tagli alle cliniche e ai servizi hanno gravemente danneggiato le strutture ospedaliere. Macchinari obsoleti ed edifici fuori norma ne minarono la buona reputazione. Infine, nel 2006, fu ufficialmente abbandonato. Nonostante l’abbandono, le persone hanno continuato ad attraversare il sito sul lungomare fino al 2013, quando la strada fu chiusa e successivamente distrutta per effettuare la bonifica del suolo. Questo evento apre sicuramente le porte a sempre più diffuse pratiche occupazionali illegali che condannano il complesso al degrado e alla criminalità.

n. 1- Giardino interno.
n. 2 – Sezione teatro.
n. 3 – Sezione Ristoranti.


L’obiettivo principale del progetto è quindi quello di consentire agli abitanti di riprendersi il sito, aprendo in esso attività culturali e iniziative sociali che possano richiamare l’attenzione su una situazione che nel tempo è stata messa da parte e dimenticata. Per prima cosa, si è deciso di rafforzare il rapporto mare/edificio. Il Teatro Marinoni, la Cassa Di Risparmio e il Padiglione Vicenza costituiscono una linea immaginaria che divide nettamente quanto costruito in riva al mare.

n. 4 – Vista dal Tetto.
n. 5 – Teatro interno.
n. 6 – Camerini.

Cercando di abbattere questa barriera immaginaria, gli edifici sono interconnessi con passerelle che attraversano il confine e corrono verso il mare, fornendo punti di vista privilegiati sul sito. Le torri, posizionate in punti strutturalmente strategici, ospitano i sistemi di ascensione che ne garantiscono la fruibilità. Essendo strutture fredde, per motivi di manutenzione si preferisce non installare al loro interno un ascensore, ma l’accessibilità in sedia a rotelle è garantita ovunque tramite vani scala pubblici accessibili all’interno degli edifici.

n. 7 – Piante “Edificio A”.
n. 8 – Piante “Edificio B”.
n. 9 – Piante “Edificio C”.

L’abbandono ha però portato dei benefici all’ecosistema del sito, infatti nella zona delle dune di sabbia e nella zona predunale, alcune specie, che fino ad ora si pensava fossero scomparse, hanno iniziato a ripopolare la flora e la fauna locali: ad esempio, la Canna di Ravenna, i muschi preistorici Tortuleto o l’uccellino Fratino. Per proteggere e far crescere questo nuovo sviluppo, alcuni campi protetti sono progettati per aiutare le varie specie nella crescita e nella riproduzione.

n. 10 – Diagramma dell’area.

Per quanto riguarda il nuovo lungomare, al posto dell’originario lungo viale, è previsto un ampio spazio libero, un’apertura tra edifici che definisce un ampio spazio urbano, in grado di accogliere molteplici attività ed eventi diversi. Questa grande piazza urbana assume il ruolo di filtro tra la strada e la spiaggia e offre una maggiore libertà di movimento avvicinandosi al mare.